giovedì 30 aprile 2009

L'eco di Narciso


Il colpo arriva in genere inaspettatamente, con la furia canina di un berserkr e l'infida precisione di un backstab; il danno è inesorabilmente critico.

All'inizio, ancora barcollanti per lo stordimento, si cerca di riprendersi accampando motivazioni improbabili, ma pur sempre serbando la speranza effimera di aver preso un mero abbaglio.

Poi arriva l'irlandese epifania: è tutto vero, hai perso. È finita.
Ed è esattamente in questo momento che si rischia di commettere l'errore più grave : odiare chi ti ha involontariamente colpito, ancora accecati dalla rabbia che rischia di deformarne l'immagine.

Perché si farebbe di tutto, per preservare l'incolumità del proprio principe.
È insopportabile l'idea che possa venir anche semplicemente scalfito.

Ma la realtà è ciò che è, non ciò che dovrebbe essere. Siamo umani e meravigliosamente inadeguati. L'accettazione non è un'opzione; è la priorità.

Credo che solo in questa maniera sia possibile tornare ad amarsi, e ad amare.

giovedì 23 aprile 2009

La censura deforma, informa e fa quel cazzo che le pare


Ci risiamo. Nel nostro paese diversamente libero, e diversamente democratico, i nostri beneamati patriarchi decidono preventivamente cosa potrebbe o meno offendere i nostri sentimenti, ed intaccare l' universalmente identico buongusto.

Eccezionale la motivazione dietro alla quale viene mascherata l'ennesima censura all'ennesimo comico : «valutata gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico la vignetta di Vauro Senesi»; e la sua diretta conseguenza : «la Rai in via cautelativa e da subito non intende avvalersi delle prestazioni dello stesso».

Notare la perla conclusiva : «in via cautelativa». Cautelarsi da cosa? Da chi? È sempre la solita nenia : con la scusa di proteggersi da una denuncia (in questo caso, addirittura fantomatica : siamo al parossismo spinto), il nostro servizio pubblico stringe la mordacchia ai comici satirici. Lo stesso identico procedimento che venne attuato contro Daniele Luttazzi, per citarne uno (ed il migliore, ad avviso di chi scrive); con la piccolissima differenza che l'artista romagnolo vinse la causa plurimiliardaria intentata dallo zerg berlusconiano al gran completo (Fininvest, Mediaset, Forza Italia, Tremonti ed ovviamente il Cavaliere stesso), ma tuttora non può tornare in Rai.

Forse Masi intendeva proprio questo con "la missione del servizio pubblico": è un aspirante Eymerich. Tuttavia, nel suo sacro furore, si è scordato di fare i compiti. Il ricorso all'eccesso, alla provocazione, all'irriverenza, è una delle tecniche della satira, uno dei mezzi; non il fine. Nello specifico, il grottesco lavora per addizione, a differenza dell'ironico, che compie il processo opposto. Quando poi si ride su un argomento drammatico, non vedendo altra soluzione possibile, si ha la cosiddetta "risata verde", chiamata così nei cabaret di Berlino addirittura negli anni venti. Sveglia, Masi.

La satira attacca i pregiudizi, sfida i tabù; ed inoltre, come ricorda sempre il mio amato Daniele, se ci si offende per la battuta e non per l'evento sulla quale essa si è espressa, è la propria scala di valori ad esser corrotta. Le gag e le vignette non hanno mai ucciso nessuno; la guerra, l'odio e la corruzione sì, invece. Ed infatti, a tal proposito, cito le parole dell'europarlamentare Claudio Fava : “Nel decreto casa discusso dal Governo non veniva spesa una sola parola sul rischio terremoto. Se si esclude l'articolo 6, volto a chiedere vincoli sismici meno rigidi. Poi è venuta giù l'Aquila...". Come se ciò non bastasse, con il recente decreto milleproroghe le nuove norme antisismiche, contenute nelle legge 186 del 2004 (!!!), erano per l'ennesima volta state rinviate. Ora invece, misteriosamente, diventeranno obbligatorie proprio in occasione dell'imminente piano casa. Paraculaggine all'estrema potenza.

Chiudo con una chiosa doverosa. Giornalisti come Michele Serra, Lietta Tornabuoni e Giovanni Valentini, che in passato depositarono palate di merda su Luttazzi stesso (da cui ho liberamente attinto e che in alcuni casi ho spudoratamente citato per determinati passaggi di questo post), ora si ergono a difensori senza macchia della libertà d'espressione. Forse avrebbero fatto meglio a tacere; così, in via cautelativa.

domenica 19 aprile 2009

L'origine della specie


Ufficialmente l'etimologia di "blog" è da ricondurre alla crasi fra "web" e "log", letteralmente "diario in Rete". Questo non significa che l'incipit di ogni post debba essere "mio caro diario", anche perché parlare con un insieme di fogli rilegati (o un monitor) è un pelino da psicotici.
Ad ogni modo, mi lancio anch'io nel mio pubblico eiaculare (o elucubrare, lo stesso).

Ha dunque ragione il Merovingio di Matrix? Causa-Effetto? Azione-Reazione? Nah, non credo proprio. Anche perchè altrimenti Berlusconi sarebbe precipitato nell'oblio da mo', perlomeno se esistesse quella sorta di catena universale di tessere di domino di cui stiamo parlando.

In realtà devo confessare di avere paura dell'amore, inteso come serie di scariche bioelettriche neuronali che determinano l'unione più o meno stabile tra due esseri umani. Perché, non so se per matrice genetica, retaggio culturale o entrambe le cose, si rischia con troppa facilità di scambiare le persone come oggetti in nostro possesso, e trattarle di conseguenza. Se a questo aggiungiamo il fatto che spesso avere una relazione con qualcuno è dettato dall'abitudine, dal conformismo sociale, dallo spettro della solitudine, dall'atavico desiderio di avere sempre a disposizione un buco o un fallo ai fini del piacere personale, la frittata è fatta.

Per cui sì, ho paura dell'amore, non mi fido dell'amore, a dirla tutta non so neanche se esista 'sto cazzo di amore, di cui sopra.
Per cui sì, soffrire, e far soffrire, fa parte delle regole del gioco. Un gioco a cui volenti o nolenti dobbiamo prender parte, ed in cui dobbiamo operare delle scelte. Persino quella di trarsene fuori forzatamente lo è.

Alla fine della fiera, se ne potrebbe dipingere un quadro a tinte decisamente fosche. Ma poi, in fondo in fondo, dopo tanto patire, ci si rende conto che è molto peggio di così. Ci rimane solo una piccolissima, insignificante, futile cosuccia da fare: evolverci, che sarebbe poi uno dei nostri motori primari. Evolversi, dicevo: imparare da ciò che è stato, analizzare l'oceano senza farsi trascinare dalle sue onde. Migliorarsi in qualche maniera, sebbene il metro di paragone risulti sempre soggettivo; ed è una cosa sacrosanta, aggiungerei.

È osare troppo? Si rischia la fine di Prometeo? Forse sì, ma d'altronde la sigaretta post-caffè la dovrò pur accendere in qualche modo.

sabato 18 aprile 2009

Ah, ma è un diario?

...no, perché non avevo capito! Devo iniziare a scrivere cose tipo...
"mio caro diario, stanotte l'essere di cui sono innamorata, le cui palle sono state vendute, forse, al mercato nero di organi nell'Est Europeo, mi ha detto che mi ama tantissimo (Fin qui...nemmeno un plissè...se non fosse per il microscopico dettaglio che lo vuole fidanzato da N anni e, altro microscopico dettaglio, non con me)". NOoooooooooooooooooo non mi va...voglio mantenermi sul vago...voglio scrivere del Karma.
Inizio ex abrupto ad elucubrare in pubblico (spero sia legale): periodi lunghi e pedalare.
"Mio caro diario, oggi ho pensato al Karma. Ma un Karma sui generis. Non parlo di vite vissute e vite da vivere...parlo dell'unica vita che ci sia data da conoscere fin qui...e, in particolare, delle azioni passate, più o meno remote, compiute in questa vita.
Qui la possibile chiave del Karma, per come lo intendo (modestamente) io.
Possiamo anche chiamare in causa la Saggezza Popolare con: "raccogli ciò che hai seminato" e il più pragmatico: "chi semina vento raccoglie tempesta"
oppure la Fisica, col terzo principio della dinamica, nella fattispecie, che ci dice :
"Le forze si presentano sempre a coppie. Se un oggetto A esercita una forza F su un oggetto B, allora l'oggetto B eserciterà sull'oggetto A una forza -F uguale e contraria" quindi, in termini spiccioli: "Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria".
Non posso fare a meno di pensarci tutte le volte che mi trovo, come ora, a dover vivere un periodo tutto patemi d'animo, spremute di cuore, spremute di limone su numerose minuscole ferite, ansiette e dolori vari.
Butto uno sguardo al mio orticello e...Cosa diamine avrò seminato per ottenere questo raccolto di insipidi tuberi,di involucri di castagne spinosi e vuoti, di rovi senza more e...persino di quella pianta infida che, non mi ricordo come si chiama, ma assomiglia tantissimo al prezzemolo, con l'unica differenza che se la metti sul risotto ti manda al Padreterno!!!?
Ebbene, se avessi seminato merda(with grace)...almeno qualche fiorellino sarebbe spuntato...quindi dev'essere per forza qualcosa di peggio, di letale e venefico.
...oddio...pensandoci bene, è possibile.
Quando a causa delle più svariate disavventure amorose, ci piangiamo addosso e ci strappiamo i capelli sulle note del lamento : "maaaa perchééééééééé proprio a meeeeeeeeeeeeeeee!!???" non sempre abbiamo la lucidità di pensare al vestitino della nostra coscienza...
Io ci ho provato, a freddo...prima mi sono strappata i capelli e ho urlato, ovvio!
Ho immaginato la mia come una bambina di 4 anni...in una giornata di maestrale, con in mano un giiiiiiiiiiiiigantesco cono di gelato al lampone, che tenta di difendere come può, il suo candido vestitino della festa. Ho reso l'idea? ...diciamo che il vestitino non ne esce proprio immacolato...il maestrale ha soffiato quanto più gelato vermiglio ha potuto, sulla mia piccola coscienza: ho tradito, mentito, deriso, ingannato, ignorato, maltrattato...ho fatto tutto (o quasi) quello che non avrei voluto venisse fatto a me...ma...ma...non volevo! Non sapevo, ho ottime ragioni e giustificazioni, davvero!!! Quel gelato nemmeno mi piaceva!!!
Quindi? Che la ragione di tutto, ciò che fa muovere il Sole e le altre stelle sopra il mio orticello radioattivo e il suo raccolto, sia davvero la leggerezza con la quale in genere si passeggia o si sorvola sui sentimenti di chi non ha mai suscitato il nostro interesse, o non ci interessa più!!!????
Will, è giusto così...dobbiamo soffrire perché abbiamo fatto soffrire?
O è solo un palliativo, un placebo somministrato alle anime piccole, colpevoli e sofferenti, perché alle loro sofferenze si rassegnino mansuete?
...Io ho già trovato una falla nel sistema, perché seguendo questo ragionamento, innanzitutto non è che mi senta meglio (sto male perché soffro e mi sento cattiva perché ho fatto soffrire...non è un bel vivere), e poi credo che...visti tutti gli anni passati da povera sfigata, a subire le angherie di Amore a cui credo di stare proprio sulle palle...(non parliamo di Psiche che se n'è andata, abbandonandomi, tempo fa) mi sentirò sempre in debito e, noncurante della mia teoria karmica, sarei portata ad imbrattare il vestitino della mia coscienza ancora e ancora, per pareggiare i conti con tutti gli stronzi che ho incontrato finora sulla mia strada...ai quali spero che il Karma stia sempre vicino, molto vicino, diciamo pure...alle spalle!!!

Da Grace, with grace...

Eccolo l'altro lato della medaglia!!!
...diciamo pure il "lato B" e ogni riferimento a complessi, fisse, o dure e cellulitiche realtà adipose, esistenti o presunte, è da considerarsi puramente casuale!
Mi va, mi va di scrivere il primo post!
...ma non ora: è tardi!
Solo che sono troppo egocentrica per non cogliere l'occasione di fare immediatamente il mio debutto in società...quindi sollevo leggermente i lembi del mio (fan-tas-ti-co) vestito, mi inchino, saluto composta ma con solarità (si, si può) tutto il popolo virtuale in attesa (ovvero, per ora, il mio Will con l'asterisco) e rimando il primo vero post a domani...

Perchè l'ennesimo blog?

Per masturbare il mio narcisismo!
Perché, scusate, per quale altro motivo ci si affanna su di un diario elettronico?
Oltre a questo, beh... Boh.
Forse la necessità - ed il piacere - della comunicazione, la voglia di sublimare le proprie idiosincrasie attraverso l'ordine formale della scrittura, l'impulso ad osservarsi ed analizzarsi mediante la parola.
Ma in definitiva vale la questione delle seghe. Reali, mentali, entrambe in contemporanea e solo per voi perfino in Dolby Sorround.
Per quanto riguarda l'altro lato di questa medaglia cui si accenna nella descrizione - lo Yin, il femminile - lascio a lei la parola, sempre che le vada.
Altrimenti, fatevi un po' i cazzi vostri, checcavolo.